Topi
Topi
di Gordon Reece
edito da Giunti
pagine 282
Topi, Shelley e sua madre si sentono topi e come tali si comportano, abituate a subire l’arroganza e la violenza altrui, piuttosto che rivendicare le loro ragioni, abbassano la testa e si nascondono nell’ombra. Non urlano, tutt’al più squittiscono e poi si rintanano in un buco, persino adesso che le loro vite sono ad un vicolo cieco, dei più bui. Un matrimonio finito male nelle aule dei tribunali, un padre improvvisamente assente che preferisce la giovane compagna all’unica figlia, un capo che ti sfrutta e ti deride sottopagandoti. Shelley si abitua troppo presto a subire la vita, e così sopporta in silenzio le angherie delle amiche di un tempo, diventate all’improvviso tre estranee, poi tre mostri che la torturano, facendo della scuola un luogo di orrore e dolore fisico. La sua trappola.
Shelley si sente un topo, braccata dalle sue aguzzine, vittima prescelta dalle bulle del suo liceo che una volta chiamava ‘migliori amiche’, ma dopo aver scampato per miracolo la morte, è decisa a buttarsi tutto alle spalle. Paura e umiliazione le si sono attaccate addosso come una pellicola invisibile e, insieme alle cicatrici sul volto le ricordano il passato. Per questo deve andarsene, fuggire la realtà, ammesso che sia possibile. Insieme alla madre si trasferisce in un cottage nella sperduta campagna inglese, lì le due possono nascondersi e continuare la vita da timorosi topolini, ma una notte, la notte del sedicesimo compleanno di Shelley, accade qualcosa che cambia per sempre le loro esistenze, dimostrando che anche i topi possono diventare un pericolo.
Un thriller psicologico che ci accompagna nei meandri della psiche umana, alla scoperta di pulsioni primordiali che spesso crediamo non ci appartengono. Le cose sono bianche o sono nere, esistono i buoni e i cattivi, o forse non è proprio così? La realtà è molto più complessa di come ce la insegnano a scuola, esistono ampie zone grigie, dove anche i topi mutano la loro natura, e le vittime si fanno carnefici. I personaggi di Reece sono in grado di sovvertire le regole del gioco, di cambiare il proprio destino, tradendo la loro indole. Sono identità mobili, mutevoli, come mutevole è la vita. All’inizio pensiamo: “Povera Shelley!”, poi forse cambiamo opinione.
Una trama avvincente, una lettura senza pause, che scorre veloce e ti trascina in una confessione a cuore aperto, che turba e fa’ riflettere, mettendoci di fronte alle infinite sfumature della vita.
voto 8 e mezzo