La colonia sommersa
La colonia sommersa
di Kat Falls
edito da Fazi
pag. 285
Immaginare di nascere e vivere nelle profondità dell’oceano è difficile, è fantascienza pura, ma il romanzo di Kat Falls riesce a farlo sembrare possibile. Attraverso una complessa architettura che fa coesistere fauna marina e ingegneria sofisticata, dà vita a un mondo subacqueo, del tutto plausibile per quanto estremo. Non si tratta di un regno ai confini del mare con tritoni e sirene, che vivono in perfetta armonia con le creature degli abissi, ma di una colonia abitata da esseri umani, trasferitisi dopo un cataclisma che ha sprofondato una parte delle terre emerse, riducendo drasticamente gli spazi vivibili in superficie. Si pensa spesso alla possibilità di vivere nello spazio, a colonie su Marte, ma in questo caso la vita si sviluppa sotto la superficie, in acqua, dove addirittura si nasce e si può condurre un’esistenza felice.
Dotato di un’indispensabile e avanzata tecnologia, il Dominio Bentonico resiste e tira avanti con i suoi allevamenti di pesci e molluschi, fattorie sui generis abitate da famiglie e pescatori di perle, un’umanità onesta e laboriosa che tenta di guadagnarsi l’autosufficienza. La visione apocalittica resta sullo sfondo, tutto sembra accaduto molto tempo fa e quest’era futuristica ha ormai una sua fisionomia precisa. L’uomo ha fatto l’abitudine a passeggiare sott’acqua respirando ossigeno liquido, si sposta a bordo di navicelle chiamate mantascafi, e vive in case simili a meduse dalle pareti molli. I Superni, come vengono chiamati gli abitanti della superficie, occupano spazi angusti delle dimensioni di scatole di sardine, contendendosi le piccole porzioni di suolo rimaste, e combattendo contro i raggi ultravioletti che minacciano la salute. Fra i Superni c’è la quindicenne Gemma, orfana dei genitori e sballottata da un istituto all’altro, convinta che ritrovare il fratello sia l’unica possibilità di guadagnare l’indipendenza. Il suo incontro con un coetaneo che vive sott’acqua, Ty Towson, cambierà molte cose, facendole superare ancestrali paure, e scardinando una serie di pregiudizi. Come altri bambini nati sotto il mare, Ty possiede quelli che chiamano i ‘doni oscuri’, capacità fuori dal comune, diverse l’una dall’altra, dovute all’effetto della pressione dell’acqua sul cervello. Ty non parla del suo dono, lo nasconde, odia quando i Superni lo fissano per il luccicore della pelle, e non ha nessuna intenzione di vivere sopra il mare. Ma quando incontra Gemma anche i suoi pregiudizi vengono abbattuti. Ne nasce una bella amicizia, complicata dall’irruzione di una banda di malviventi nella colonia, che mette a repentaglio la sopravvivenza del popolo sottomarino.
È la storia di un incontro, del confronto tra diversi, di come l’amicizia riesca a cancellare ogni pregiudizio. A metà tra fantascienza e romanzo di formazione. L’impalcatura della trama è assolutamente credibile e precisa, i personaggi, da Ty alla sua sorellina Zoe affezionata ai mostriciattoli marini, sono adorabili e a volte persino buffi.
Una lettura piacevole, un diversivo, ma niente di imperdibile.
Voto 6 e mezzo