Il nostro tragico universo

07.06.2013 10:27

Il nostro tragico universo

 

di Scarlett Thomas

edito da Newton Compton.

pag. 378

 

Una lettura inattesa, un romanzo che sfugge a definizioni di genere, sfociando nella filosofia, nell’esistenzialismo, nella scienza e nel paradosso, senza corrispondere ad alcun cliché. L’universo della protagonista Meg Carpenter, è tragico nella misura in cui lo è per tutti noi. La trentottenne ghostwriter inglese si accontenta di una vita insoddisfacente, deludente, avara di emozioni, abita un umido appartamento che peggiora la sua asma con il fidanzato Christopher, un inetto cupo e lagnoso che non riesce a trovarsi un lavoro e ha dimenticato anche come si fa sesso. Con l’unica compagnia del suo cane Bess, Meg scrive e riscrive da anni il suo romanzo eternamente incompiuto, recensisce libri di scienza, e firma con un pseudonimo romanzi di fantascienza che detesta, barcamenandosi tra le bollette in scadenza, l’affitto, e un amore che sembra impossibile per un uomo più anziano con una relazione complicata. La vita di Meg non potrebbe essere più banale e deludente, eppure in quella sua tragica normalità c’è spazio per interrogarsi sulla vita, per provare a cambiare le cose, per delle piccole magie nel quotidiano.

La svolta arriva sottoforma di un libro di pseudoscienza che le capita per sbaglio di recensire, La scienza dell’immortalità di Kelsey Newman, dove si profetizza dell’immortalità dell’essere umano, che inconsapevolmente vive in quello che definisce Secondo Mondo, in attesa che l’energia cosmica convogliata nel Punto Omega creato dall’uomo, dia vita a un perfetto paradiso in cui tutto è possibile, tranne morire. L’idea di vivere all’infinito solleva in Meg molti interrogativi, da sempre scettica, figlia di uno scienziato, è convinta che tutto abbia una spiegazione logica e razionale, e proprio non riesce ad accettare che qualcosa le sfugga. Abituata ad analizzare ogni aspetto della sua vita guardandolo al microscopio, finisce per trovare delle risposte, interrompendo un immobilità esistenziale che dura da troppo tempo.

I personaggi che Scarlett Thomas disegna a punta di pennello non hanno nulla di poetico o indimenticabile, sono Libby l’amica che cornifica il marito, Rowan l’anziano professore che non riesce a lasciare la compagna che non ama, Josh il cognato di Meg afflitto da strane paranoie. Un’ umanità problematica tragica a modo suo, che vive al rallentatore sulle sponde del mare, nella piccola provincia del Devonshire. L’ironia è sottile, a tratti quasi impercettibile, non ci sono grandi colpi di scena, eppure pagina dopo pagina ci si aspetta che accada qualcosa, e che l’ordine degli eventi venga sconvolto.

Se amate farvi domande e non trovare risposte certe, questo romanzo fa per voi.  

 

Voto 7 e mezzo