Garden

26.07.2013 14:55

Garden. Il giardino alla fine del mondo

 

di Emma Romero

edito da Mondadori

pag. 271

 

Nel suo esordio letterario, Emma Romero ci traghetta in un futuro imprecisato, che vede un’Italia di nuovo divisa e governata da Signorie; dopo un periodo di guerra il paese vive in pace, ma al prezzo di regole che soffocano lo spirito. Nella Signoria di Àmor ogni decisione spetta al suo presidente, Octavio è padre padrone, dittatore e ispiratore del nuovo ordine, lui decide di vita e di morte del suo popolo, nascondendo cinismo e brama di potere dietro le parole pace e armonia.

Maite ha soltanto sedici anni, della vita non conosce che le regole di Octavio, il duro lavoro nella fabbrica gialla e, i tanti divieti che le impediscono persino di cantare, la sua grande passione. Qualcuno crede nell’esistenza di un luogo ai confini del mondo, uno spazio incontaminato in cui esplode rigogliosa la natura, lo chiamano Garden, ma nessuno sa se esiste davvero, e comunque è vietato parlarne. Costantemente tenuto sotto sorveglianza, il popolo di Àmor non può esprimere la sua individualità, né la fantasia o tantomeno canticchiare ad alta voce. Esistono solo le regole, le regole si rispettano a ogni costo, non farlo puo’ significare la morte. Le persone nel quartiere continuano a scomparire, anche la zia di Maite - Aurora – un giorno è sparita nel nulla. Che cosa accade alla gente che scompare? E perché Maite non è stata scelta per fare l’Artista?

Un computer decide i destini dei bambini giudicando le loro attitudini, Maite voleva fare l’Artista, voleva cantare, invece è un’operaia che si spacca la schiena nel turno di notte. La Rinascita promessa dai presidenti non è che un’illusione che fiacca lo spirito e inaridisce i cuori,  ma quando la migliore amica di Maite viene catturata dai Giusti, lei non puo’ più restare a guardare, deve urlare la sua rabbia, fosse anche solo il suo ultimo canto.

La scrittrice italiana ci racconta una storia di ribellione e amicizia, quando la volontà diventa coraggio, e la sopravvivenza un obbligo che spinge a superare i propri limiti. C’è ancora speranza per quest’umanità vessata e piegata nello spirito? Forse si, forse, se davvero Garden esiste, Maite ci arriverà.

Una lettura fresca, scorrevole, che prospetta un ipotetico domani in cui ciò che consideriamo un diritto non lo è più, e in nome della pace viene imposto un modello di comportamento che uniforma e appiattisce, annientando l’individuo in un collettivo privo di identità. Il sapore delle dittature del passato, rivivono attraverso un’immagine distorta del futuro. Sulle orme di Hunger Games, la Romero prospetta un futuro in cui non vorremmo vivere, ma che forse è più vicino di quanto si creda.

 

Voto 7 e mezzo