Cappuccetto rosso sangue
Rivisitazione in chiave gotica di un classico delle fiabe, il film è ispirato a 'Cappuccetto rosso ', racconto già noto nella tradizione orale del XIV secolo e poi trascritto da Charles Perrault e dai fratelli Grimm (con alcune varianti), diventando una delle storie più conosciute e raccontate in tutto il mondo. Chi da bambino non ha mai sentito parlare della bambina e della nonna mangiate dal lupo? Pur non essendoci una sola versione, nella sostanza il contenuto resta invariato, prestandosi a una serie di analisi anche a livello sociologico e psicanalitico.
Le versioni cinematografiche sono diverse, a partire dal 1901, ma è nella più recente pellicola del 2011 che Cappuccetto Rosso si tinge di sangue (e non per usare un eufemismo), la fiaba della buona notte diventa un racconto per adulti, con tanto di triangolo amoroso, pregiudizi da superare, superstizione e una buona dose di violenza, senza per questo sfociare nello splatter. La produzione è americana, la regista Catherine Hardwicke è riuscita a dare una forte impronta alla regia, i personaggi non sono caricaturali ma assolutamente credibili, non paradigmi o modelli di comportamento ma esseri in carne e ossa, con una loro impronta psicologica importante. L’ambientazione è suggestiva, le riprese effettutate in Canada ricostruiscono un antico villaggio medievale, isolato e in mezzo alla neve, anche il contrasto cromatico rosso/bianco ha un forte impatto visivo.
Cappuccetto rosso è Valerie (Amanda Seyfried), una bella ragazza bionda che abita un villaggio sperduto non si sa dove, e si vede contesa tra due giovani: Peter, il suo amore proibito, e Henry, ricco e prescelto dalla famiglia. L’inizio della storia è un po’ alla Romeo e Giulietta, non fosse che, a un certo punto, appare il lupo cattivo… In questo caso si tratta di un licantropo, metà uomo metà lupo, che da sempre terrorizza il villaggio e chiede un tributo di sangue. La belva uccide la sorella maggiore di Valerie scatenando la caccia al mostro e una sequela di decessi.
Non puo’ mancare la nonna, con tanto di capanno sperduto in mezzo al bosco e un segreto inquietante da non rivelare. Le morti al villaggio sono in aumento, l’unica che sembra immune al lupo è proprio Cappuccetto, che addirittura riesce a parlarci, e per questo viene sospettata di stregoneria. Nel frattempo arriva pure il cacciatore, padre Solomon, un attempato Gary Oldman che in molti ricordiamo nei panni di Dracula (nel film tratto dal romanzo di Bram Stoker).
Ho apprezzato il film più della fiaba, che a dirla tutta non è mai stata tra le mie preferite, ero più il tipo da Cenerentola e Biancaneve, ma il tocco soprannaturale e una buona regia hanno aiutato parecchio, inoltre non disdegno i triangoli e qui c'è n'è uno niente male. Il finale poi riserva parecchie sorprese che non mi hanno delusa. Per saperne di più eccovi il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ejD-axkek8g