John Belushi - Chi tocca muore

13.09.2013 10:23

John Belushi. Chi tocca muore

 

di Bob Woodward

edito da Sperling & Kupfer

 

La vita sregolata di una star di Hollywood, gli eccessi e la genialità di Belushi raccontati minuto per minuto dal cronista del caso Watergate. Il ritratto del comico più apprezzato negli Stati Uniti negli 70/80 mette a fuoco efficacemente vizi e virtù dell’uomo: l’abuso di stupefacenti, dalla coca agli analgesici sino all’eroina e alla marjuana, una straordinaria capacità di improvvisare e creare personaggi geniali, la tragicità della morte per overdose a soli 33 anni.

John Belushi è questo e molto altro, figlio di immigrati albanesi, dimostra le sue doti comiche già al liceo, rinunciando alla carriera nel football per inseguire il sogno della recitazione. I palcoscenici teatrali e televisivi lo acclamano, poi arrivano anche il cinema e la musica, un cult movie come Animal House, l’esperienza in tv con Saturday Night Live, il duo con Aikroyd in The Blues Brothers, a John la fortuna sorride, ma dietro le luci si nasconde spesso l’ombra. Sposato con Judy - la compagna di liceo - condivide con lei i suoi eccessi nell’abuso di droghe, tollerati ed accentuati da Hollywood, un mondo in cui tutti ‘si fanno’, chi più chi meno. Belushi eccede anche nel cibo, tende a ingrassare, dà in escandescenze e compromette la sua voce, ma nulla sembra in grado di fermare la sua folle corsa verso l’autodistruzione. I soldi non faranno la felicità ma servono a comprare la coca, e in questo Belushi non si risparmia, sarà la polverina bianca a tirarlo a fondo, insieme a un’indole fragile e insicura. Il ritratto di John è quello di un intera generazione di star hollywoodiane, viziate, strapagate, sfruttate e lasciate alla deriva.

Una biografia molto interessante che si legge con piacere, nonostante Woodward rimanga dall’inizio alla fine distaccato e superpartes, un racconto dettagliatissimo in terza persona condito da resoconti di pasti, spese in allucinogeni, sfuriate dell’attore. Quasi un diario scritto a pochi anni dalla morte nel 1982 ( pubblicato nel 1985 è rieditato nel 2012), scritto da chi non ha conosciuto Belushi personalmente ma ha intervistato centinaia di persone che lo hanno frequentato in quegli anni, in primis la moglie e il partner Dan Aikroyd. Woodward mantiene le distanze da Belushi, ma il lettore non puo’ non sentirsi coinvolto in quel viaggio folle che infrange ogni limite, non puo’ non provare compassione, o simpatia, o entrambe le cose, verso un uomo che aveva tutto ed è riuscito a distruggersi comunque, una personalità complessa e con molte sfumature, che si muove sempre più verso l’abisso e ci si tuffa dentro, fino a perdersi. Ci sono tutti gli ingredienti di una bella storia, tranne il lieto fine.    

 

Voto 7